Ci sono novità alla luce della proroga del Superbonus 110, in vista della nuova Legge di Bilancio 2022. In particolare, per quanto riguarda la cessione del credito d’imposta: come funziona?
Nell’articolo, sviluppiamo diversi aspetti legati al credito d’imposta 110, al suo funzionamento e ai vantaggi che ne derivano dal cederlo a terzi.
Cos’è il credito d’imposta
Come il termine stesso lascia intuire, si tratta di un credito che il contribuente ha a sua disposizione. In tal modo riesce a compensare le tasse che è tenuto a pagare ogni anno, in base al reddito che produce.
Dal momento che le tasse rappresentano dei debiti, appare evidente come, il fatto di avere dei crediti concessi da parte dello Stato, rappresenti un’agevolazione per il contribuente.
Le aziende risultano maggiormente avvantaggiate, per due motivi. Da una parte abbattono il carico fiscale che le concerne, dall’altra hanno l’opportunità di finanziare i loro investimenti, destinando quelle risorse alla crescita dell’impresa.
Se dunque il credito d’imposta di per sé rappresenta un’agevolazione fiscale ma non denaro contante, grazie alla cessione dello stesso, è possibile però sostenere nell’immediato dei costi, senza anticipare nulla.
Credito d’imposta come funziona
Per comprendere come funziona il credito d’imposta Superbonus, è bene procedere con un esempio pratico.
Poniamo il caso che, in seguito alla dichiarazione dei redditi, il calcolo delle tasse preveda di versare 2mila euro. Grazie al credito d’imposta (a seconda di quanto maturato), ipotizziamo di dover versare solo il 50%.
Cosa accade invece con una cessione del credito d’imposta, come avviene con il Superbonus?
La situazione differisce per alcuni aspetti. Il credito d’imposta di mille euro (continuando nell’esempio proposto) rappresenta sempre un risparmio in termini di denaro (da non dover versare), ma non solo. Infatti permette di ottenere contestualmente anche dei benefici concreti, a costo zero.
Nel caso del Superbonus 110% infatti, è possibile realizzare lavori del valore di migliaia di euro ma senza pagare nulla.
Il bonus in questione (per l’appunto “super”, da questo punto di vista) offre la possibilità di compensare interamente il debito, al 100%, contemplando anche l’Iva al 10% e pertanto diventando un superbonus 110%.
Superbonus 110 e cessione del credito d’imposta
I vantaggi che derivano dal cedere a terzi il proprio credito d’imposta, sono tangibili. In molti casi infatti, come quello rappresentato dall’Ecobonus, è preferibile ottenere, nel breve periodo, una serie di lavori di valore e beni durevoli. Trattenere il credito d’imposta significa invece anticipare tutte le spese, per poi scontarle nel lungo periodo.
Già banche e intermediari finanziari svolgevano questo compito. Ora anche le imprese edili stesse, che supervisionano la realizzazione degli interventi per l’efficientamento energetico, hanno la possibilità di acquisire il credito d’imposta del singolo.
Quindi, è possibile cedere il proprio credito d’imposta anche al fornitore di beni e servizi.
Nel momento in cui si cede invece il credito d’imposta alla banca, le possibilità che si manifestano sono principalmente due. La prima, prevede un’immediata disponibilità di denaro in cambio. La seconda invece prevede un finanziamento, che in seguito si potrà estinguere per l’appunto con la cessione del credito d’imposta alla banca.
Nel caso del Superbonus 110%, per accedere alla pratica del credito d’imposta o dello sconto in fattura, è necessario il visto di conformità, come prescritto dal dl Rilancio.
In merito al rilascio del visto di conformità, il commercialista esegue una verifica di tipo formale e non di merito, accertando ad esempio la presenza di redditi imponibili o di eventuali vizi di forma.
In altri termini, è indispensabile produrre tutta la documentazione necessaria che attesti
la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta. A questa si aggiunge tutta una serie di controlli da riportare nella comunicazione da inoltrare all’Agenzia delle Entrate.
La documentazione da produrre è nutrita e l’iter burocratico per l’accesso al credito richiede un’attenta supervisione. Garantire al cliente finale il buon esito della pratica, per usufruire della cessione del credito dell’Ecobonus 110%, è l’obiettivo di una consulenza mirata da parte di un professionista del settore, come il dottore commercialista.
Le novità del Superbonus 110 per il 2022
Come già anticipato, in questi giorni, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento Programmatico di Bilancio (Dpb), in vista della Legge di Bilancio 2022. Tante le novità contemplate, a partire dal contenimento dei costi per le utenze all’innovazione tecnologica, fino alla proroga dei bonus per la casa, per fiancheggiare il settore dell’edilizia.
Tra i bonus che restano, c’è l’Ecobonus 110, per quanto le aspettative in tal senso fossero differenti. Si attendeva infatti una proroga fino ad almeno il 2023, ma così sarà soltanto per alcune categorie di contribuenti. C’è però una novità, che riguarda l’ampliamento della platea dei beneficiari, in particolare alle imprese del settore turistico.
In questo caso di specie, il superbonus di cui beneficiare non ammonta più al 110%. Infatti, la possibilità concessa permette di ottenere un credito d’imposta pari all’80%, per i lavori eseguiti presso alberghi, B&B, agriturismi, strutture balneari. L’agevolazione sarà in vigore fino al 2026.
Restano esclusi invece i privati, proprietari di abitazioni unifamiliari o villette.