Autonomi, liberi professionisti e in genere titolari di partita Iva, per poter lavorare in Italia hanno necessità di scegliere il regime fiscale al quale far riferimento, per essere in regola con il Fisco e il Codice Civile.
In questo articolo, presentiamo i regimi fiscali in vigore in Italia, con le caratteristiche distintive e in base alle quali scegliere quello che conviene di più per la propria attività commerciale.
Cosa è un regime fiscale
Possiamo definire un regime fiscale, o più propriamente contabile, tutto l’insieme delle formalità burocratiche e dei documenti da tenere per essere in regola con il Fisco. Tale insieme di regole e istruzioni è indispensabile per tenere in maniera corretta la contabilità, così da poter determinare il reddito, l’Iva e le imposte da pagare.
Per capire cosa significa regime fiscale è fondamentale innanzitutto scegliere quello più conveniente per sé, così da aver ben chiaro come definire il reddito ma anche le spese da poter scaricare, le eventuali agevolazioni spettanti e quindi le tasse dovute all’erario.
Quali sono i regimi fiscali
Allo stato attuale, in Italia esistono tre regimi fiscali ovvero quello ordinario, il semplificato (ordinario semplificato) e il forfettario.
Ogni regime fiscale è pensato per una specifica tipologia di contribuenti, prevedendo condizioni vantaggiose ma differenti, in base all’attività commerciale svolta.
Vediamo maggiormente nel dettaglio i tratti caratterizzanti di ognuno di essi.
Regime ordinario
Si tratta di un regime fiscale che prevede una tassazione progressiva al crescere del reddito, per il quale si stabiliscono a monte delle aliquote (Irpef) in percentuale.
Nella fattispecie:
- 23% fino a 15 mila euro
- 27% tra i 15.001 e i 28 mila euro
- 38% tra 28.001 e 55 mila euro
- 41% tra 55.001 e i 75 mila euro
- 43% se si superano i 75 mila euro
Il calcolo del reddito non corrisponde alla semplice somma delle fatture emesse e incassate. Il totale di queste ultime rappresenta il fatturato lordo. È necessario poi scaricare le spese previste dal regime fiscale scelto e i contributi previdenziali. La differenza tra il fatturato lordo e l’insieme di spese e contributi fornisce il valore del reddito imponibile, al quale si applica l’aliquota corrispondente, che determina l’importo da versare all’erario.
La scelta del regime ordinario è obbligatoria nei casi di:
- società di capitali
- società di persone e ditte individuali con ricavi nell’anno precedente superiori a 400 mila euro (in caso di prestazione di servizi) o 700 mila euro (in tutti gli altri casi).
Regime semplificato per le imprese minori
Nel regime ordinario semplificato, regole e istruzioni per il calcolo del reddito imponibile e delle imposte da pagare sono le stesse del regime ordinario. La differenza sta nella quantità inferiore di adempimenti a cui far fronte nel corso dell’anno.
La possibilità di accedere al regime semplificato si riconosce a società di persone o ditte individuali con ricavi inferiori a 400 mila euro per le prestazioni di servizi e di 700 mila euro per altro genere di attività.
Tra gli adempimenti obbligatori, in comune a entrambi i regimi fiscali, ci sono:
- Tenuta dei registri Iva, con l’obbligo di registrare le fatture di acquisto e cessione, oneri deducibili e fuori campo Iva
- Tenuta del registro degli incassi/pagamenti, da registrare entro 60 giorni
- Registro dei beni da ammortizzare
- Libro Unico del Lavoro, in caso di dipendenti
- Studi di settore
- Esterometro
- Dichiarazione dei redditi
- Dichiarazione Iva
- Comunicazione Iva trimestrale
- Fattura elettronica dal 2019
Come funziona il regime fiscale forfettario
Come si può intuire facilmente, i regimi ordinario e semplificato sono indicati per le imprese di medie-grandi dimensioni, con fatturati consistenti e dipendenti.
Per chi è agli inizi, per i liberi professionisti, i freelancer ma anche le start up e tutti i giovani imprenditori che vogliono mettersi in proprio, il regime fiscale forfettario rappresenta senza dubbio la soluzione ideale. Si tratta infatti di un regime fiscale agevolato, sia per quanto concerne il peso delle tasse da pagare ma anche da un punto di vista burocratico, in quanto gli adempimenti previsti sono pochi.
Il vantaggio in assoluto più grande, per tutti i titolari di partita Iva, è che si tratta di un regime fiscale con aliquota unica. Infatti l’aliquota Irpef è uguale per tutti, pari al 15% dell’imponibile. In caso di start up addirittura la tassazione è pari al 5% per i primi cinque anni di apertura della partita Iva. Il reddito imponibile, in caso di di regime forfettario, si calcola moltiplicando il fatturato lordo per un coefficiente di redditività che è legato al proprio Codice Ateco. Il regime infatti non prevede spese da poter scaricare.
L’altro grande vantaggio per i “forfettari” è che non sono soggetti a Iva (né di conseguenza a tutte le relative dichiarazioni).
La fatturazione elettronica a oggi è ancora facoltativa nel regime forfettario 2021, per quanto siano previsti incentivi e agevolazioni per chi l’adotta.
Chi può beneficiare del regime forfettario?
Solo i liberi professionisti, autonomi, freelancer e ditte individuali con ricavi e compensi fino a un massimo di 65 mila euro all’anno, un limite di 30 mila euro per reddito da lavoro dipendente o assimilati e spese per massimo 20 mila euro annui per i collaboratori.
Quale regime fiscale conviene?
Alla luce di queste informazioni, quale regime fiscale scegliere dunque? La scelta sembrerebbe lampante e intuitiva ma in molti casi non è così. Infatti per capire davvero come scegliere il regime fiscale più conveniente è indispensabile procedere con calcoli ben precisi, “carta e penna” alla mano.
Ad esempio, sono numerose le situazioni in cui un regime semplificato risulta più vantaggioso rispetto a un forfettario.
Tenendo come riferimento il limite di 65 mila euro lordi all’anno, si deve innanzitutto calcolare l’ammontare del “forfait” a cui si ha diritto per arrivare alla base di reddito imponibile (in base al proprio coefficiente di redditività).
Se l’impresa sostiene molte spese nel corso dell’anno e investimenti, allora è molto probabile che sia più conveniente scaricare questi importi in regime semplificato, arrivando a pagare meno tasse rispetto a quello forfettario.
La consulenza di un esperto commercialista in questi casi permette di chiarire ogni dubbio e di non sbagliare nella scelta del regime fiscale più conveniente per la propria attività.
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