La consulenza commercialista è preziosa per rispondere alle tante domande provenienti da coloro che si affacciano al mondo professionale online.
Come si gestisce la libera professione sul web?
Ad esempio per quanto riguarda un e-commerce o l’apertura della partita Iva per un freelance digitale?
Vediamo le principali domande e risposte.
Lavorare online, quali adempimenti?
È pur vero che tra analisi costi/benefici e fatture da gestire, l’iter da seguire è lo stesso, in linea di massima. Lavorare online però richiede una serie di accortezze e procedure differenti da seguire, per restare in regola con il Fisco.
Spesso chi muove i primi passi sul web è il singolo freelance, un piccolo artigiano o il titolare di un negozio che vuole aumentare le vendite, aprendo un e-commerce.
L’errore più comune è proprio pensare di poter gestire in autonomia la fase iniziale, che invece è la più delicata. In molti cadono nel tranello della “gratuità” dell’apertura della partita Iva. Dal momento che l’assegnazione del numero identificativo è gratis, si pensa a fare tutto da sé, così da non prevedere l’intervento del commercialista.
In realtà però, si tratta di un percorso che presenta delle insidie e purtroppo alcune conseguenze arrivano poi nel medio-lungo termine. Ad esempio, quando interviene la Guardia di Finanza per chiedere dei chiarimenti.
Basti pensare ad esempio già alla difficoltà stessa di trovare il giusto codice Ateco, per un’attività che sviluppa il proprio business online.
Ma non solo. Bisogna:
- scegliere il regime fiscale
- stabilire se si opera in ambito di libera professione o commerciale (e quindi se è richiesta l’iscrizione alla Camera di Commercio)
- iscriversi a una cassa previdenziale.
È pur vero che è sempre possibile rimediare a qualche errore! Impostare però un business plan sin dall’inizio (molto sintetico per le piccole attività), grazie a una consulenza commercialista e seguire gli step corretti significa sicuramente partire con il piede giusto.
Il consiglio principale per il lavoratore autonomo o il freelance è di pensare a svolgere al meglio il proprio lavoro e a promuoverlo sul web. Gli altri aspetti fiscali, burocratici e contabili dovrebbero semplicemente essere delegati a un esperto del settore.
Vediamo nella fattispecie i dubbi principali che riguardano la gestione della partita Iva, per quanto concerne le professioni digitali in generale e l’e-commerce in particolare.
Consulenza commercialista professioni digitali
Le domande che chi lavora online pone al commercialista sono diverse da quelle “classiche” e necessitano di risposte precise, spesso frutto di ricerche e di una specializzazione dell’esperto in un determinato ambito.
Ad esempio, chi svolge la propria professione sul web è abituato a lavorare con clienti in Italia o all’estero, allo stesso modo. Ma ovviamente la gestione, dal punto di vista burocratico e fiscale, può cambiare. I nuovi professionisti del web vendono servizi, infoprodotti, utilizzano i marketplace o partecipano a progetti la cui regolamentazione, da un punto di vista legislativo, non è ancora ben definita.
Chi lavora online, nella maggior parte dei casi ha un sito web e un blog tramite il quale proporre i propri beni o servizi. Anche questo aspetto va curato con attenzione, per evitare di incorrere in sanzioni e penalizzazioni. In tanti casi ad esempio, potrebbe essere necessario attribuire più di un codice Ateco, per la vendita di svariati prodotti o lo svolgimento di altre attività.
La consulenza commercialista è di aiuto per stabilire se si tratta di una semplice vendita di un prodotto o c’è sempre anche una consulenza abbinata. Bisogna definire le modalità per emettere la fattura ma anche capire come fare a farsi pagare.
Senza dimenticare a quale cassa previdenziale bisogna aderire: la professione digitale scelta prevede l’iscrizione a un Albo o bisogna versare i contributi alla gestione Inps?
Appare evidente che ogni singolo caso va analizzato nello specifico.
Consulenza commercialista per e-commerce
Il web è pieno di marketplace, social network o in genere siti di vendita che permettono di monetizzare velocemente, vendendo oggetti non più utilizzati. In questo caso di certo non possiamo parlare di attività commerciale continuativa e organizzata, quindi non c’è nulla da regolamentare.
Ma se il progetto è di aprire un e-commerce da destinare alla vendita di oggetti, accessori o abbigliamento ad esempio, allora è chiaro che la consulenza commercialista è essenziale.
Infatti l’apertura e la gestione di un e-commerce prevedono adempimenti specifici, che consentono di regolarizzare le attività di vendita, ovviamente non solo sul territorio italiano ma anche all’estero.
Verrebbe da pensare, vista la grande quantità di negozi che ormai consentono lo shopping online, che la loro gestione sia ormai semplice e lineare ma non è così. L’aspetto commerciale è ben altra cosa da quello su cui invece il Fisco posa lo sguardo.
Ad esempio, il fatto di non aprire un e-commerce personale, scegliendo invece di utilizzare solo Amazon per la vendita dei propri prodotti, non mette di certo al riparo dai propri doveri nei confronti del Fisco!
Ogni attività che prevede un profitto e viene svolta con regolarità necessita dell’apertura di partita Iva e va regolarizzata immediatamente.
Tutti i professionisti digitali inoltre inviano le proprie fatture in maniera telematica e ricevono pagamenti elettronici, quindi subito tracciabili (e facilmente oggetto di controllo).
Tanti motivi per cui dunque è importante richiedere una consulenza commercialista, per seguire le best practices a regola d’arte, in modo da evitare multe e sanzioni ma, d’altra parte, anche poter godere delle agevolazioni che il nostro sistema prevede per l’avvio e lo sviluppo di un e-commerce.
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