Si tratta di due benefici ben distinti. I lavoratori dipendenti, in particolar modo, usufruiscono di entrambi i vantaggi. E senza che la prima agevolazione (ovvero gli assegni familiari) vada ad interferire con l’altra, vale a dire le detrazioni fiscali per i figli a carico.

Il problema che può nascere, a livello fiscale, risiede nella compilazione della dichiarazione dei redditi annuali. In questo caso, bisogna prestare attenzione alla percentuale di detrazione assegnata a ciascun genitore contribuente.

Il commercialista rappresenta un valido aiuto, in tali circostanze.

Dedichiamo questo articolo alla differenza che esiste tra assegni al nucleo familiare e detrazioni figli a carico. Inoltre,  spieghiamo cosa succede nel momento in cui i due genitori, per un motivo o l’altro, si trovano a percepire detrazioni superiori al 100% per ogni figlio.

Cosa sono assegni familiari

Gli assegni familiari rappresentano un aiuto economico per i lavoratori dipendenti, con figli a carico minorenni (e qualche altra categoria di lavoratori).

L’ente che eroga tale prestazione è l’Inps, che corrisponde il beneficio nei confronti di un solo genitore. In base alla composizione del nucleo familiare (quindi il numero dei componenti presenti) e al reddito di quest’ultimo si stabilisce l’importo dell’assegno da erogare mensilmente. Al raggiungimento di una determinata soglia di reddito, il diritto a percepire gli assegni familiari decade.

Se i genitori non sono sposati ma conviventi, allora gli assegni familiari spettano solo al genitore che li richiede, non dovendo quindi prendere in considerazione il reddito dell’altro genitore.

Si tratta di agevolazioni molto importanti, in quanto direttamente legate ai propri diritti in qualità di famiglia. Per alcune agevolazioni, come per l’appunto gli assegni per il nucleo familiare, è necessario presentare apposita domanda per ottenerli (in questo caso, ogni anno).

Non sono benefici che partono in automatico a favore della famiglia, per intendersi.

Un altro requisito risulta fondamentale, ai fini dell’ottenimento degli assegni familiari. Per maturare il diritto al bonifico da parte dell’Inps, è indispensabile che il reddito da lavoratore dipendente rappresenti perlomeno il 70% delle entrate familiari.

La consulenza di un esperto resta pertanto basilare a tal proposito. A maggior ragione, è indispensabile mantenersi aggiornati, allo stato attuale della situazione, in vista dell’entrata in vigore dell’assegno unico per i figli, che ingloberà anche gli assegni familiari.

Cosa sono detrazioni figli a carico

Le detrazioni fiscali invece rappresentano, in parole semplici, un abbassamento delle tasse da pagare. Laddove gli assegni familiari costituiscono una vera e propria entrata di denaro mensile, sul conto corrente, grazie alle detrazioni è possibile ridurre la base Irpef e quindi la tassazione a carico.

In sostanza, la detrazione per il figlio a carico consente di pagare meno tasse al Fisco, dal momento che è possibile “scontare” alcune spese sostenute per la crescita e lo sviluppo dei figli.

L’altra differenza che le detrazioni figli a carico presentano rispetto agli assegni per il nucleo familiari sta nel fatto che le prime spettano ai genitori anche dopo che i figli diventano maggiorenni.

Infatti, si può beneficiare delle detrazioni fino ai 24 anni di età del figlio, se quest’ultimo guadagna meno di 4 mila euro all’anno. Se invece il figlio, a partire dai 25 anni in su, riesce a guadagnare almeno 2841 euro all’anno, allora diventa indipendente e non va più considerato, da un punto di vista fiscale, a carico dei genitori (che quindi perdono il beneficio della detrazione).

A partire da gennaio 2022, i lavoratori dipendenti hanno diritto a richiedere l’assegno unico che ingloba anche le detrazioni fiscali. L’assegno unico prevede il sussidio fino a un massimo di 21 anni (in alcune condizioni specifiche) mentre le detrazioni fiscali continueranno anche in seguito, se si verificano le circostanze di cui sopra.

Detrazioni superiori al 100%: la restituzione influisce anche sugli assegni familiari?

Poniamo l’attenzione su casi che si verificano nella quotidianità. Per diversi motivi (tra cui anche operazioni del commercialista non condivise con i diretti interessati), può capitare che due conviventi con figli a carico ricevano l’uno il 100% delle detrazioni fiscali a proprio vantaggio, in concomitanza all’agevolazione concessa anche alla partner.

In tal caso, è ben evidente che si viene a superare il 100% di detrazioni a cui si ha diritto. La parte eccedente (percepita nel frattempo dall’altro genitore) va restituita.

Ma questo influisce anche sulle somme bonificate per gli assegni familiari?

In realtà, come già anticipato in apertura di questo articolo, si tratta di due benefici distinti e separati, che quindi non si influenzano a vicenda. Poggiano su basi completamente differenti, l’uno facendo capo all’Inps e l’altro invece in qualità di abbattimento delle tasse da versare, a livello fiscale.

Solo l’entrata in vigore dell’assegno unico andrà a unificare sotto lo stesso cappello sia gli assegni per il nucleo familiare che le detrazioni per i figli a carico. Fino a quel momento, se si riceve una detrazione superiore al 100% per ogni figlio si è tenuti semplicemente a restituire l’eccedenza, senza nulla togliere all’importo degli assegni familiari.

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